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Il progetto di “Sanità Integrativa “della Cooperazione Trentina evolve e diventa progetto Nazionale - Giugno 2016

In Italia, la spesa sanitaria pubblica è cresciuta dal 2007 al 2010 da 101,9 miliardi di euro a 112,8 miliardi, negli ultimi anni ha registrato una inversione di tendenza, con una riduzione tra il 2010 e il 2014, attestandosi nell’ultimo anno a 110,3 miliardi. La spesa sanitaria privata delle famiglie, invece, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria. Per motivi economici una persona su 10 oggi, deve rinunciare alla cura dei denti e sono quasi 8 milioni i cittadini che si indebitano per pagarsi le cure sanitarie. Per effetto della spending review e in nome di un sistema sanitario più sostenibile, sono in diminuzione anche i posti letto per l’assistenza a lungo termine. Viviamo a lungo, ma spesso la salute in età avanzata non è buona e sarà sempre più necessario assistere le persone che stanno invecchiando garantendo loro buona salute ed evitando dove possibile il ricovero ospedaliero. La crisi finanziaria, che è anche crisi etica e di valori, ha accelerato questo processo e al contempo ha reso evidente che c’è bisogno di una nuova visione della società, una concezione di società che crede nei valori della mutualità, della prossimità ai territori e alle comunità locali, del servizio e delle relazioni umane.

 

Non un ritorno al passato ma uno slancio al futuro, dove è matura e diffusa l’idea che il singolo sta meglio se la comunità dove vive, che lo circonda e dove fa crescere i suoi figli sta altrettanto bene. La logica dell’individualismo e del pensare solo a sé stessi, poteva essere condivisa o comunque accettata in un periodo storico di difficoltà, dove l’obiettivo era raggiungere la stabilità economica, garantire un futuro ai propri figli. Oggi che tutto questo è stato raggiunto, c’è bisogno di una nuova evoluzione e nuova concezione di progresso; Lo spirito cooperativo né è interprete di riferimento. E’ necessario anche in virtù del fatto che la crescente difficoltà del sistema pubblico, anche quello della nostra autonomia, di convogliare risorse adeguate verso gli ambiti di servizio ai cittadini, in primis quello della sanità ci sta portando ad un peggioramento dell’accesso ai servizi sanitari e della loro qualità. Per far fronte a questo il sistema cooperativo trentino, già da qualche anno ha istituito una nuova realtà di mutua sanità: Cooperazione Salute. Gli obiettivi sono quelli di assicurare ai soci delle cooperative e alle loro famiglie un piano economicamente e qualitativamente vantaggioso per sopperire alle esigenze sanitarie. Un’offerta di sanità integrativa che porta valore aggiunto alle cooperative e un incremento di benessere ai lavoratori e ai soci. Cooperazione Salute intercetta i bisogni delle famiglie, costrette a ridimensionare le spese per la salute o per altri servizi di Welfare e offre loro soluzioni convenienti per colmare questo impoverimento. Ma ha un obiettivo più ampio di Welfare plurale che prevede l’offerta di: prestazioni assistenziali, previdenziali, finanziarie, di tutela delle persone e delle famiglie. Oggi inoltre assicura coperture sanitarie integrative di natura negoziale ai dipendenti delle cooperative convertendo le quote versate dalle cooperative in valore per i soci e i lavoratori attraverso dei Piani sanitari che adempiono agli obblighi contrattuali previsti dai contratti di lavoro, consentendo alle aziende di mettere in campo nuove politiche di incentivazione dei dipendenti (welfare aziendale) con relativi vantaggi fiscali. Il progetto “Cooperazione Salute” nato a Trento per volontà delle Cooperazione Trentina è una esperienza di welfare cooperativo diventata modello nazionale. Le cooperative che hanno aderito alla mutua della Cooperazione Trentina sono presenti in tutta Italia e sono quasi duemila. Nel 2015 sono stati liquidati rimborsi per un importo di 4,4 milioni. Nel corso dell’ultima Assemblea di Cooperazione Salute, lo scorso 24 Maggio, è intervenuto il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini che ha dichiarato: “sulla sanità integrativa ci giochiamo la credibilità. Vogliamo valorizzare l’esperienza del Trentino per crescere insieme. Non sono per il centralismo romano ma per la centralità dell’impegno”.