Editoriale

Il ruolo strategico della cooperazione agricola nei territori periferici montani - Agosto 2018

Il comparto delle cooperative agricole è una parte sostanziale dell’economia dei nostri territori. Sono  87 le cooperative agricole attive in Provincia di Trento (dato 2014), con nello specifico, 32 unità nel settore ortofrutticolo e cereali, 18 sia nel vitivinicolo che nel lattiero-caseario, 17 nei servizi e 2 nella zootecnia. Il fatturato consolidato della cooperazione agricola trentina superiore i 1.000 Milioni di Euro.

La cooperazione agricola rappresenta un sistema che realizza più di un miliardo di euro di ricavi di vendita all’anno ma il suo valore è molto superiore a quello rappresentato dai numeri: Essa infatti valorizza in particolare i territori periferici e svantaggiati, come quelli giudicariesi e trentini in generale, consentendo ai contadini di superare i limiti dimensionali legati alla conformazione montana del territorio, e di istituire dei veri e propri sistemi produttivi locali. Un assetto che ha permesso ai contadini trentini, attraverso il progressivo controllo e presidio della filiera agroalimentare, di assicurarsi delle rese accettabili rendendo dunque economicamente sostenibile la loro attività. In un interessante articolo di E. Fontanari sulla cooperazione agricola nelle aree marginali (Euricse Working Papers, 102|18) viene evidenziato come l’abilità specifica di questa “formula organizzativa” è di sviluppare e sedimentare conoscenza in lavoratori-proprietari stabili, favorendo un incremento dell’efficienza e della produttività del lavoro in campagna, anche tra chi il lavoro di contadino lo fa part-time. E’ su queste basi che nascono e crescono i vantaggi competitivi territoriali, che trovano nella cooperativa tra produttori agricoli una forma di regolazione sociale in grado di garantire rendimenti crescenti alle comunità. In Trentino, infatti, abbiamo esempi come la cooperativa Agri90 di Storo che ha rappresentato uno strumento estremamente efficace nella rivitalizzazione di aree altrimenti destinate all’abbandono, consentendo invece di ottenere livelli di efficienza e di qualità (e relativi rendimenti) superiori a quelli ottenibili con qualsiasi altra modalità organizzativa. L’importanza delle cooperative agricole risiede infatti nella loro capacità di costruire un contesto sociale virtuoso, che consente di sviluppare una specifica identità e senso di appartenenza attraverso la generazione di valore che deriva dalle interazioni tra contadini, agronomi, commerciali, ecc. Le nostre aziende agricole sono obbligate infatti ad offrire produzioni caratterizzate da standard qualitativi molto alti questo per via dei più alti costi di produzione, a cui si associano le ridotte dimensioni dei fondi agrari (e dunque frequentemente anche la natura part-time dei contadini). La ricerca del riconoscimento del più elevato prezzo possibile dal mercato diventa un prerequisito necessario. Di conseguenza, l’investimento nella qualità della produzione è la condizione sine qua non per rendere competitive anche (e in particolar modo) le aree strutturalmente svantaggiate di montagna. Il vantaggio competitivo delle aziende agricole trentine è stato costruito e perseguito proprio in questo modo, ovvero attraverso la valorizzazione delle distintività locali, trasmesse in seguito al consumatore mediante l’elaborazione e l’introduzione di veri e propri brand territoriali rafforzati dall’adozione di sistemi di controllo, certificazione della qualità e di disciplinari di produzione.