Cerca tra i contenuti

Monete complementari: un fenomeno in crescita - Febbraio 2018

Le monete complementari sono strumenti con cui è possibile scambiare beni e servizi affiancando il denaro ufficiale (rispetto al quale sono complementari). Sono accettate su base volontaria e questo accentua il loro aspetto identitario all’interno della comunità in cui sono usate. Le monete complementari offrono diversi vantaggi alle aziende che fanno parte del loro circuito e potrebbero rappresentare un’opportunità anche per il movimento cooperativo in generale e per le banche di credito cooperativo in particolare. 

Scambiarsi beni e servizi con la valuta complementare, senza contanti, in alternativa al denaro ufficiale. E’ questa la finalità delle monete complementari. Il sistema è accettato su base volontaria e contribuisce ad accentuare l’aspetto identitario all’interno della comunità in cui è usato. E’ come avvalersi dei vantaggi di una tessera associativa. La moneta non rappresenta una riserva di valore, cioè non può essere risparmiata ma solo spesa all’interno del circuito di imprese che vi aderiscono. I vantaggi sono diversi. Dal punto di vista finanziario, permettono acquisti di merci e servizi anche in assenza di liquidità. E’ possibile comperare beni e servizi vendendo i propri, anche in un tempo successivo, ad altri aderenti il circuito. Si tratta a tutti gli effetti di un pagamento posticipato e a tasso zero, in quanto non c’è approvvigionamento di capitali sul mercato. Aumenta quindi la capacità di investimento dell’azienda, diminuendo il ricorso all’indebitamento. Altri vantaggi in termini di marketing sono rappresentati dalla possibilità per le imprese di accedere ad un nuovo mercato formato dagli aderenti il circuito stesso, mentre in termini di ricadute sociali, tali strumenti incoraggiano ad acquistare e spendere localmente, innescando lo stesso meccanismo virtuoso del radicamento territoriale del Credito Cooperativo. Certo tali modalità non sono prive di rischi, essendo infatti una leva finanziaria, potenzia gli aspetti positivi ma se mal gestita, crea un indebitamento produttivo che l’azienda dovrà fronteggiare. Per questo è necessario che il circuito di scambi sia gestito da mediatori specializzati con elevate professionalità, soprattutto nella gestione del rischio e di valutazione delle imprese. Nel credito cooperativo quindi, l’uso della valuta complementare trova diverse possibilità di applicazione. Il loro utilizzo può rappresentare una nuova frontiera nello scambio cooperativo e in particolare del ruolo delle BCC che aderiscono a tali circuiti. Primo fra tutti la maggiore conoscenza dei partner commerciali, nuovi clienti e nuovi mercati potrebbero anche essere un’altra opportunità. Esistono già esempi consolidati sia in Europa che in Italia. Il caso più importante di moneta complementare è la WIRBank. Si tratta della banca svizzera, fondata nel 1934 che si avvale del sistema valutario del WIR. Questa banca è nata come risposta alla crisi del ’29 e oggi ha 9 filiali e 200 dipendenti. La circolazione della moneta non è mai cartacea, esiste solo a livello di carta di credito, assegni, moduli bancari e internet banking. In Italia il circuito di maggior successo è il Sardex. Esso è organizzato come un tipico portale di scambio merci su base locale, in quanto agli aderenti si richiede la residenza dell’impresa in Sardegna. L’acquisto e la vendita di beni avvengono attraverso i crediti Sardex. Sono ben 3150 le imprese iscritte a questo circuito con un giro d’affari che può’ essere paragonato al 0,5% del prodotto interno lordo della Sardegna. Il recente accordo tra Sardex e Banca Etica ha consentito di estendere agli appartenenti al circuito, le condizioni vantaggiose relativamente a prestiti e altri servizi finanziari, quali il micro credito o il crowdfunding, offerti da Banca Etica. Un sistema insomma in crescita e con grande potenziale soprattutto per fornire ulteriori vantaggi a soci, clienti e dipendenti del Credito Cooperativo.