Cooperazione Trentina: al via le consultazioni per l'individuazione del nuovo Presidente - Marzo 2018
E’ stata una legislatura intensa quella degli ultimi 3 anni della Cooperazione Trentina, segnata da un acceso dialogo interno, una crisi economica che si è fatta sentire nonostante la capacità del movimento di resistere e attutire quella che in alcuni settori produttivi (vedi l’edilizia) è stata una vera e propria catastrofe, una riforma del credito che sta indirettamente ridefinendo gli assetti della Federazione, un cambio di Presidente a metà legislatura e non da ultimo un nuovo Direttore Generale.
L’Assemblea della Federazione del giugno 2018 sarà elettiva. E’ partita a Febbraio l’operazione ascolto da parte del Presidente Fezzi, che su incarico del Consiglio di Amministrazione ha avviato la consultazione con i soci del movimento. I risultati verranno discussi nella riunione fissata per il 12 Marzo, data in cui il Consiglio di Amministrazione potrebbe decidere di proporre all’assemblea un candidato alla carica di Presidente come contemplato dall’articolo 29 bis dello Statuto Sociale. Ma l’uso del condizionale è d’obbligo in questo caso. E’ d’obbligo in quanto si dovrà capire se l’auspicabile soluzione di un candidato condiviso da tutto movimento prevarrà o se prevarranno le logiche più “radicali” e l’incapacità di fare “un passo indietro per farne due avanti”. Negli ultimi anni, possiamo dirlo, l’onda di crisi economica e sociale che ha travolto il Paese, seppur attenuata dalla nostra specificità è arrivata anche in Trentino e si è fatta sentire dentro la cooperazione. Una crisi di legittimità in primis. Dove la relazione tra i corpi di rappresentanza, quali Federazione e Consorzi, e le cooperative, si è caratterizzata per essere non più (come di fatto è) parte di un unicum, sinergica e orientata al bene del socio ma foriera di scontri, dentro una miscela di accuse e divergenze anche ideologiche, trasformando la relazione tra le realtà del movimento, da relazione forte a relazione debole, e trascinando il movimento stesso, architrave della comunità trentina, in una agorà oggetto anche di strumentalizzazione politica. Ma la cooperazione ha bisogno di unità e di rinnovato senso di fiducia in un contesto dove la competizione è competizione tra territori, dove la trasformazioni delle politiche sociali faranno la differenza per garantire qualità dei servizi ai cittadini, la complessa serie di considerazioni inerenti la situazione generale, i rapporti con Roma particolarmente per certi settori, le politiche di sviluppo locali ed extraregionali. E ancora la paziente azione di cucitura di alcuni strappi aperti, il superamento di talune pesanti situazioni di difficoltà, la necessità che i cambiamenti profondi che sono recentemente avvenuti in importanti segmenti del movimento, si devono sedimentare in un nuovo gruppo dirigente coeso. Pensiamo al cambiamento avvenuto in Cassa Centrale o in SAIT per accennare solo ai secondi grado. E quindi nella continuità c’è bisogno di innovazione e incessante aggiornamento della nostra organizzazione e del nostro lavoro. Va continuamente calibrata la capacità di essere al servizio delle cooperative. Ma certo tutto questo ha bisogno prima di tutto, dei soci e delle cooperative. Ebbene sì, l’onda populista dei mal di pancia e degli interessi soggettivi è probabilmente il male da cui rifuggire. Non possiamo affrontare i problemi, siano essi dovuti ad errori umani o causati dalle dinamiche commerciali o di competitività, attraverso la sterile polemica. Ecco quello che non dobbiamo accettare, contro cui dobbiamo lottare. E lo dobbiamo fare in primis il 4 Marzo, quando saremo chiamati a eleggere la nuova classe politica del paese e la nostra rappresentanza a Roma, e successivamente attraverso una proposta unitaria per la presidenza della Federazione della Cooperazione Trentina che possa concludere la fase di ridefinizione dei modelli cooperativi in atto, soprattutto del consumo e del credito oggi in profonda trasformazione, e possa altresì avviare quelle fase di “rinascita” orientata alla generazione di valore economico e sociale, di coesione e spirito altruistico che l’ha sempre caratterizzata e che caratterizza il Trentino rendendolo un territorio di qualità. Un nuovo Presidente che nella dialettica con la politica, possa rappresentare gli interessi della società civile anche aiutando la politica stessa nella identificazione di soluzioni e nel riacquisire quella dignità che oggi pare abbia perso alla rincorsa del consenso.