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La risposta della cooperazione trentina alla crisi: diminuiscono gli utili e cresce il numero di assunti - Giugno 2018

La Cooperazione Trentina negli ultimi tempi è in difficoltà. Ma è davvero cosi? Certo dalle notizie di cronaca grande evidenza è stata data alle situazioni di crisi, che ci sono state, alcune sono ancora in corso altre probabilmente se ne presenteranno in futuro, ma andando a vedere i dati complessivi riguardo il tema della creazione di valore aggiunto e di occupazione, si scopre un dato molto interessante.

L’ultimo studio di Euricse ( l’Istituto Europeo di Ricerca sull’impresa Cooperativa e Sociale) presentato a fine Maggio scorso, ha misurato la rilevanza della cooperazione nella formazione del prodotto interno lordo (o valore aggiunto) e degli occupati in provincia di Trento nel periodi di crisi dal 2008 al 2015. Il dato che emerge è che il peso della cooperazione all’economia provinciale cresce al 13,3% sul valore aggiunto e al 15% dell’occupazione. In altri termini: se d’improvviso tutte le cooperative chiudessero i battenti e non fossero sostituite da altre imprese il Trentino perderebbe 13,3 punti percentuali di Prodotto lordo e quasi un sesto degli occupati. Entrando nel merito, dai dati emerge chiaramente la rilevanza della cooperazione in tre settori fondamentali dell’economia provinciale: l’agricoltura e l’industria alimentare, l’intermediazione monetaria e il commercio. Comunque lo si analizzi, il peso della cooperazione risulta decisamente rilevante - in generale e nel confronto con le altre forme di impresa - a livello sia economico-occupazionale che nella formazione dell’offerta di servizi sociali, educativi e sanitari, ponendosi di fatto “a cavallo” tra settore pubblico e settore privato. I dati sui bilanci e sull’occupazione consentono di confrontare l’andamento per le imprese cooperative e di capitali. Nel periodo considerato (2008-2015), le cooperative operanti in provincia di cui sono disponibili i bilanci sono passate da 493 a 505, le spa sono rimaste a 269 (dopo essere salite a 275 nel 2013), mentre le srl sono cresciute con continuità da 4.856 a 5.891. Più netta è la differenza tra forme di impresa se si considerano i redditi da lavoro. La crescita dei redditi da lavoro nelle cooperative è nettamente aumentata rispetto a quella delle altre forme di impresa. E mentre le spa hanno visto crescere gli utili lungo tutto il periodo e le srl hanno registrato nel 2015 un utile comunque superiore a quello del 2008, le cooperative hanno visto diminuire costantemente gli utili, che a fine periodo risultavano pari a poco più di un terzo rispetto ai valori del 2008. Di contro, l’occupazione è cresciuta decisamente nelle cooperative (+35,6%) rispetto alle imprese di capitali (l’insieme di spa e srl) dove è addirittura diminuita (-6,3%). Anche se certamente sull’evoluzione dell’occupazione nelle cooperative hanno inciso le politiche provinciali del lavoro e, in particolare, le diverse misure a sostegno dell’impiego temporaneo in lavori socialmente utili, rimane di tutta evidenza il contributo dato dalla cooperazione trentina nel limitare l’impatto della crisi sui livelli di disoccupazione e di povertà.