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Casse Rurali, Trento centrale nazionale del credito cooperativo - Ottobre 2018

C’è movimento nel sistema bancario locale. La nascita del gruppo bancario nazionale di Cassa Centrale con sede a Trento è prevista ufficialmente per il 1° gennaio 2019 e le banche di credito cooperativo, azioniste del gruppo, cercano di arrivarci nelle condizioni più favorevoli possibili. Come è noto infatti la riforma prevede la costituzione di una holding nazionale a cui le varie Bcc dovranno aderire. 

E la tendenza ad accorparsi e a trovare nuovi assetti non si è esaurita I processi di fusione delle BCC sono in corso e per quanto attiene le Giudicarie, sono partiti già nel 2015 con la nascita della Cassa Rurale Val Rendena, esito finale del processo di fusione tra la Cassa Rurale di Spiazzo e Javrè e la Cassa Rurale di Strembo, Bocenago e Caderzone. Successivamente nel 2017 le protagoniste sono state la Cassa Rurale di Saone e la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, della quale la nuova realtà creditizia mantiene il nome arrivando a circa 8000 soci, 30 mila clienti e 25 sportelli. È infine recente, dal primo luglio scorso, la fusione della gloriosa cassa rurale Don Lorenzo Guetti, nata a sua volta dalla fusione delle tre casse di Lomaso, Bleggio e Fiavé, con la Cassa Rurale Alto Garda. La nuova Cassa Rurale si chiama Alto Garda e ha dimensioni importanti, con 35 filiali, di cui ben cinque nelle Giudicarie e 140 dipendenti. In Trentino il gruppo di Casse Rurali che si apprestano ad approdare nel gruppo unico di Cassa Centrale è quindi composto oggi da 20 Casse Rurali, prenderà l’avvio operativo con il primo di gennaio 2019, e conterà in tutto circa 90 BCC, 70 delle quali provenienti dal resto d’Italia e alcune dall’Alto Adige.I numeri del bilancio d’esercizio 2017 di Cassa Centrale Banca presentano un utile netto pari a 13,4 milioni di euro e un Cet1, il parametro principale a cui le banche, investitori e risparmiatori fanno riferimento per valutare la solidità di una banca, del 18,2% (10,5% è la soglia minima indicata dalla Banca Centrale Europea per l’Italia). Questo in un quadro mutevole che lo scorso settembre ha visto, con l’approvazione del decreto milleproroghe, alcune modifiche della riforma del credito. Le nuove norme prevedono che almeno il 60% del capitale della capogruppo debba fare capo alle BCC aderenti, che lo statuto della capogruppo preveda che la metà più due del cda sia espressione delle banche di credito cooperativo e che sia considerato il carattere mutualistico e localistico delle BCC. In sostanza maggiori margini di autonomia per le BCC con i conti a posto. Il radicamento del credito cooperativo quindi resta sul territorio cosi come la governance delle stesse, assicurata tra l’altro da una rete diffusa di sportelli e dipendenti, solo per in Trentino le 20 Casse Rurali di riferimento possono contare su 322 sportelli, più di 128.000 soci e 2.700 collaboratori, che si aggiungono agli altri 1200 sportelli e 8000 dipendenti presenti in tutte le Regioni italiane. Il Gruppo sarà un importante strumento di supporto allo sviluppo dell’economia dei territori e consentirà di tutelare i piccoli risparmiatori da situazioni pericolose, come quelle successe nei casi di Banca Etruria, in quella delle Marche o di Ferrara, dove a causa di operazioni poco trasparenti, il sistema ha messo in ginocchio centinaia di famiglie. Certo il respiro del gruppo bancario con sede a Trento sarà nazionale e alcune ripercussioni della mutata dimensione della struttura si sono già fatte sentire. Il riferimento è alla recente decisione “tecnica” da parte del Cda di Cassa Centrale di uscire dalla Cooperazione Trentina. La decisione assunta dal consiglio di amministrazione di Cassa Centrale Banca in merito al recesso da socio della Federazione Trentina della Cooperazione è stata dettata dal mutato quadro dentro il quale si trova ad operare la costituenda capogruppo. L'attività di certificazione del bilancio di Cassa Centrale Banca infatti, impone la scelta di un certificatore di bilancio da individuare tra le società di riferimento nazionali e internazionali. Per quanto attiene le Casse Rurali, queste rimangono all’interno della Federazione e il tema che riguarda la certificazione del bilancio consolidato della Capogruppo non mette in discussione il servizio di revisione legale svolto dalla Divisione Vigilanza della Federazione nei confronti delle singole Casse. Un legame quello tra Federazione Trentina della Cooperazione e mondo del credito che dovrà essere però ravvivato e rinforzato, non certo animato da contrapposizioni e contrasti.