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Il futuro della Cooperazione è "digitale" - Maggio 2019

Buongiorno Direttore Ceschi, sono trascorsi due anni da quando ha preso in mano le redini della Federazione Trentina, quali sono gli aspetti su cui si è concentrata la sua direzione? E quali i cambiamenti che lei ritiene significativi rispetto al passato?

Premetto che non sono un fanatico del cambiamento a tutti i costi. La Federazione è una “macchina” complessa e delicata, che ha bisogno di evolvere continuamente senza strappi o fughe in avanti che rischierebbero di isolarla dai suoi stessi interlocutori.

 

Abbiamo lavorato con grande prudenza per modellare l’organizzazione sull’esigenza di fornire ai nostri soci e clienti servizi innovativi e di qualità, nei tempi, modalità e costi compatibili con le loro aspettative. Su questo fronte, la scelta di accorpare la maggior parte dei servizi in una unica grande area risponde proprio all’esigenza di presentare la nostra consulenza in maniera unitaria e integrata.

La Federazione, peraltro, sappiamo che non fornisce “solo” servizi. La rappresentanza politica, tutela sindacale, vigilanza sono funzioni che cerchiamo di presidiare con la stessa attenzione che poniamo nel fornire ai nostri soci risposte adeguate qualsiasi siano le richieste.

2.            Quale è lo stato di salute della Federazione?

Lo stato di salute è buono e “solido”, sia dal punto di vista economico e finanziario (chiudiamo l’esercizio 2018 con un buon risultato), ma soprattutto per la qualità del nostro personale. La Federazione è al centro dell’attenzione anche dei mezzi di informazione per motivi che riguardano la gestione “politica”, e si tende a tacere su chi invece è impegnato ogni giorno nella relazione “tecnica” con le nostre associate, una maggioranza silenziosa che “fa” la Federazione dal punto di vista operativo. 

Anche nelle turbolenze di questo periodo, come in altri passati, la qualità della consulenza e l’assistenza tecnica non sono mai venute meno. Il motore gira al massimo grazie a competenza, costanza, passione per il proprio lavoro. Questo è un valore che mi fa dire che lo stato di salute è molto buono.

 3.           La riorganizzazione della struttura ha visto tra le altre cose, la cessione del ramo del credito e con essa circa 30 addetti a Cassa Centrale Banca, ma questo oltre a una riduzione dei costi coincide con una riduzione delle entrate sia relativamente ai servizi, oltre che delle quote associative della casse rurali che nel tempo si sono ridotte di numero. Può darci qualche dato rispetto a questa cessione e a come intende controbilanciare l’impatto in termini di riduzione delle entrate che la federazione ha o avrà in futuro?

Naturalmente i servizi diretti alle Casse Rurali non li facciamo (quasi) più, essendo ora in capo a Cassa Centrale Banca. Abbiamo fatto fronte al drastico calo delle entrate (solo le quote associative del credito sono diminuite del 70% in tre anni), oltre che con il passaggio a Ccb di una trentina di nostri collaboratori - risorsa importante per la capogruppo -  anche con un piano di prepensionamenti ”soft”, grazie all’istituzione dell’ente bilaterale Ebicre, che rappresenta un elemento di innovazione a livello nazionale.

Nello stesso tempo abbiamo potenziato la struttura della consulenza per gli altri settori cooperativi, e stiamo lavorando in collaborazione con Cassa Centrale per l’implementazione di alcuni servizi di tipo amministrativo anche per la capogruppo. Con le Casse Rurali e Ccb è aperto il dialogo per la costruzione di nuovi servizi, in particolare sfruttando la potenzialità del digitale, soprattutto ove questo permetta la relazione con altri settori della cooperazione e più in generale con la comunità trentina.

Abbiamo superato il primo importante passaggio della riforma del credito, ora possiamo guardare al futuro con maggiore serenità rispetto a un paio d’anni fa, sapendo però che non possiamo permetterci di abbassare la guardia sui servizi alle nostre associate, anche le Casse Rurali.

 

4.            Quali sono le priorità della struttura federale? E quali i servizi a valore su cui punta per il futuro?

Siamo impegnati su molti fronti, sia sull’organizzazione interna, sia sulla struttura dei servizi da offrire ai nostri clienti, di cui ho già detto. Ma se dovessi indicare una priorità su cui investire per il futuro, questa è sicuramente la piattaforma digitale di intercooperazione che stiamo costruendo per mettere in relazione domanda e offerta di beni e servizi.

È un progetto importante che mette in comunicazione tutti i settori della cooperazione, una sorta di piazza virtuale in cui scambiare valori e servizi.

La piattaforma è una autostrada digitale, basata sul web, che intercetta però bisogni reali, persone fisiche, scambi concreti, servizi. Pensiamo di mettere in relazione i nostri soci, le cooperative ed eventuali fornitori esterni utilizzando una modalità comune. Abbiamo una comunità, quella dei nostri soci, i servizi e i prodotti (quelli delle nostre cooperative), i sistemi di pagamento (garantiti dalle nostre Casse rurali, utilizzando anche sistemi innovativi). Dalla loro interrelazione possono nascere davvero progetti straordinari.

Il sistema, con la regìa della Federazione, può trovare in questa piattaforma il rilancio dell’intercooperazione in chiave di reciprocità.

L’esempio di etika, la bolletta solidale ideata dalla cooperazione trentina (Federazione, Sait, Casse Rurali, Consolida, Rete) con Dolomiti energia, può farci capire quale sia la potenzialità di questa proposta, che abbina il vantaggio individuale (risparmio sulla bolletta) e il benessere collettivo, come l’attenzione all’ambiente, e quindi al nostro futuro (energia rinnovabile) e solidarietà verso i più deboli (progetti sociali generati da una quota di bolletta).

Ecco, immaginiamoci questo modello replicato e fatto evolvere nei servizi di welfare e nei prodotti generati dalla cooperazione trentina per la propria comunità di soci e clienti. Ha potenzialità fortissime.