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La Cooperativa Agricola tra Tradizione e Innovazione - Novembre 2019

Il contributo della cooperazione all’innovazione e la spinta che anima il settore agricolo sono spesso sottovalutati. Un potenziale che persino gli operatori faticano a riconoscere e riconoscersi. Ciò che non è stato ancora sufficientemente analizzato è come, in un’economia della conoscenza come quella attuale, questa particolare forma d’impresa stia svolgendo un ruolo strategico anche dal punto di vista della gestione, produzione e diffusione di conoscenza e innovazione. E’ quanto emerge da uno studio di Euricse, l’Istituto di ricerca europeo sulle cooperative e le imprese sociali, presentato lo scorso 24 Ottobre presso la sala Don Guetti della Federazione della Cooperazione.

Sono molti gli studi e le ricerche condotti negli ultimi anni per far comprendere e far conoscere meglio il ruolo della cooperazione agricola in provincia di Trento, anche per via del fatto che se si tiene conto anche degli effetti indotti, il valore prodotto dalla nostra agricoltura, e in primo luogo dalla cooperazione agricola, è di gran lunga superiore al già importante valore che risulta dalla contabilità e dai bilanci. Nel 2018 la cooperazione agricola ha registrato 1 miliardo e 96 milioni di fatturato. Dall’approfondimento di alcuni casi studio realizzati su singole cooperative è emersa la natura di organismo di filiera di queste organizzazioni, con un ruolo strategico e crescente non solo nella commercializzazione dei prodotti ma anche nella gestione e diffusione della conoscenza (Fontanari, 2018). Proprio per la rilevanza di questi fenomeni, si è condotto uno studio presentato a fine ottobre scorso presso la sala Don Guetti della Federazione Trentina con obiettivo quello di indagare in maniera più approfondita le funzioni, tradizionali e nuove, delle cooperative agricole operanti in provincia di Trento. Le cooperative agricole, proprio per rendere maggiormente remunerative le produzioni dei soci devono confrontarsi con tutta una serie di istanze anche sociali, come ad esempio la sicurezza sul lavoro, la sicurezza alimentare, la salubrità e qualità del prodotto, che non possono essere disattese pena l’esclusione dal mercato o comunque una penalizzazione in termini di prezzo del prodotto e di conseguenza di remunerazione ai soci. Per allineare le produzioni con gli orientamenti quindi, le cooperative sono sempre impegnate nella ricerca delle condizioni che favoriscono questo allineamento e lo fanno, sviluppando e progressivamente dotandosi di tutta una serie di competenze specialistiche nell’ambito commerciale, del marketing, della conservazione, lavorazione e trasformazione, del controllo della qualità e delle tecniche produttive, o anche stringendo alleanze con Università, Centri di Ricerca, istituti Agrari. Tutto questo per acquisire e diffondere le informazioni e le conoscenze sulla pratica agricola che interessa alla cooperativa, creando quindi le condizioni per generare e scambiare anche nuove conoscenze e innovazione. Le innovazioni introdotte negli ultimi anni, sono state principalmente di prodotto e di processo, quindi soprattutto hanno coinvolto la gamma di prodotti venduti sul mercato. L’ortofrutticolo particolarmente attento alla conservazione e prima lavorazione, vitivinicolo e lattiero caseario invece più attenti alla fase di trasformazione. Ma ciò che emerge dallo studio di Euricse è che l’opera di innovazione svolta dalla cooperazione agricola non ha riguardato solo gli ambiti di stretta pertinenza ma anche molto sul miglioramento e ammodernamento delle tecniche colturali ed agronomiche. Un ruolo quindi di guida e governo dei processi di innovazione con funzioni di cerniera tra Istituti di ricerca e produttori, soprattutto piccoli produttori, per creare un raccordo tra il mondo produttivo e quello della ricerca, che rappresenta da sempre una dei principali e più seri limiti nella gestione del processo innovativo e di sviluppo.