Innovare i servizi per gli anziani e le situazioni di fragilità è sempre più prioritario - Febbraio 2020
Il sistema di sostengo agli anziani in trentino è uno dei più avanzati nel panorama italiano, è però da segnalare che l’eccellenza trentina si ridimensiona di molto quando paragonata ai sistemi dei principali Paesi. Secondo SDA Bocconi (la scuola di direzione aziendale che fa parte dell’Università Bocconi di Milano), si può ipotizzare che un terzo degli anziani sul territorio trentino si trova solo o in carico alle famiglie sebbene abbia bisogno di assistenza continuativa. Una situazione che richiede di essere affrontata in quanto le prospettive future sull’andamento demografico evidenziano un progressivo invecchiamento della popolazione e le reti familiari e informali di supporto sono sempre più rarefatte.
Se né è parlato al recente Festival della Famiglia. L’indice di invecchiamento in Trentino era al 1 gennaio 2019 pari a 153,7 vale a dire che ci sono 153 anziani ogni 100 giovani ( era 120 nel 2002) e la prospettiva demografica per i prossimi decenni va nella stessa direzione: nel 2050 si stima che in trentino gli over 65 saranno circa 200.000. E’urgente quindi definire e implementare processi di innovazione nei servizi agli anziani non solo per quanto riguarda i supporti tecnologici, ma soprattutto in riferimento alla possibilità di estendere gli interventi in termini di prevenzione e reti tra enti pubblici, privati e cittadini. Il recente studio di Euricse presentato in occasione del festival della Famiglia, evidenzia in proposito come sia importante che la rete familiare sempre più fragile, per via del numero inferiore di figli, delle esigenze lavorative e non da ultimo dei costi legati all’assistenza e supporto nei confronti di anziani con fragilità, sia supportata da forme nuove di sostegno. Tra queste ad esempio ci sono le esperienze di buon vicinato, le coabitazioni, la badante di condominio e non da ultimo i servizi di prossimità, come gli operatori di quartiere o gli operatori socio sanitari itineranti, che si spostano da paese a paese. Proprio a Gennaio è partita la sperimentazione dello Spazio Argento, nell’ambito della riforma dedicata ai servizi per gli anziani in tre ambiti territoriali: Val d’Adige, Giudicarie e Primiero. Lo Spazio Argento prevede un'unica rete di assistenza sociale e sanitaria per gli anziani (anche con servizi a domicilio e abitazioni condivise), ma non solo per i circa 18mila non autosufficienti: fra gli obiettivi c'è anche l'invecchiamento attivo di una popolazione mediamente sempre meno giovane. Questa novità è possibile sicuramente per via del fatto che i contesti normativi ed operativi, come i cataloghi dei servizi o i processi negli affidamenti, sono sufficientemente flessibili a recepire queste novità ma è altresi fondamentale che gli attori chiave nella realizzazione di questi servizi innovativi, cioè gli enti di Terzo settore e le cooperative sociali, vengano coinvolti anche nella fase di pianificazione. Intervenire sull’innovazione dei servizi è una questione urgente; sebbene il welfare provinciale per la terza età sia uno dei più avanzati in Italia, si legge sul comunicato stampa diramato della PAT, circa 1/3 degli anziani trentini che necessitano di assistenza continuativa si trova solo o in carico alle famiglie. Le famiglie spesso si trovano sole a coordinare e gestire l’assistenza ai propri cari. Vanno date quindi concrete risposte ai bisogni ancora non coperti dall’offerta pubblica degli anziani fragili, che si trovano in una delicata fase di passaggio alla non autosufficienza. Intervenire sulle fragilità e agire sulla prevenzione è efficiente perché significa abbattere i costi futuri dell’intervento su situazioni di gravità. La chiave, anche in quest’ottica, è comunque puntare sulla creazione di solide reti di soggetti specializzati.