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Latte Trento bilancio 2020 da record - Agosto 2021

Il secondo migliore di sempre, approvato all’unanimità, con il fatturato che sfiora i 50 milioni (erano 47 nel 2019), liquidazioni ai soci in crescita a 28 milioni e investimenti in programma per altri 3,4 milioni. Liquidato ai soci 0,56 euro al litro di latte conferito. Ma non mancano le divisioni. Non esiste un’immagine di montagna senza una mucca che pascola e nella nostra provincia la realtà è ancora questa. Razze Brune, Frisone, Rendene, Grigio-Alpine, Pezzate Rosse che pascolano al suono dei loro campanacci. L’allevamento di bovini da latte è la nostra produzione zootecnica più importante, e rappresenta più della metà dell’intera zootecnia provinciale.

In provincia di Trento, in media ogni anno vengono prodotti circa 60 quintali di latte per capo. La razza più diffusa è la Razza Bruna, adatta ai pascoli di montagna, che ha una buona produzione di latte e una discreta longevità. Seguono la Frisona, la Rendena, la Grigio-Alpina e la Pezzata Rossa. Fino a poco tempo fa il latte veniva pagato ai produttori in base al peso e al volume, senza considerarne la qualità, che poteva variare da capo a capo e da pascolo a pascolo. Oggi invece viene pagato in base alle caratteristiche organolettiche (percentuale di grasso, proteine, carica microbica, ecc.), incentivando l’allevatore a selezionare le migliori vacche, ad alimentarle bene e a conservare il latte nel migliore dei modi. Circa il 90% del latte bovino prodotto (in totale 1.400.000 quintali l'anno) è trasformato dai caseifici sociali riuniti nel consorzio Concast-Trentingrana, il consorzio che riunisce i 17 caseifici del Trentino (fra cui Latte Trento). Poco meno della metà del latte prodotto è destinata a Grana Trentino (protetto dalla DOP Grana Padano). Tra gli altri formaggi vi è la Spressa delle Giudicarie. Il latte destinato alla produzione di Spressa delle Giudicarie DOP proviene principalmente da vacche di razza Rendena, l’unica razza bovina autoctona del Trentino, il cui allevamento è caratterizzato dall’alpeggio estivo in alta quota. L’area di allevamento della razza interessa in prevalenza le Giudicarie, per circa 60-65.000 ettari e comprende la Val Rendena, la conca di Tione fino a Breguzzo, Bondo, Roncone e, in parte, il Bleggio e il Banale su un totale (dato al 2017) di 4.068 vacche e 216 allevamenti controllati per la produzione. Il Consorzio Produttori Latte delle Valli Trentine “Latte Trento”, nonostante il crollo del consumo del latte fresco durante la pandemia da Covid-19, ha chiuso il bilancio 2020 non lontano dal record storico. Nonostante l’annata molto complessa, il totale dei ricavi sfiora i 50 milioni di euro (47 nel 2019), che sommato al fatturato di Trevilatte (società costituita con Latterie Vicentine) porta a oltre 58 milioni il bilancio aggregato. Il conferimento dei soci ha raggiunto i 54,8 milioni di litri, contro i 52 del 2019, con un aumento del 5,4%. Le vendite degli spacci hanno raggiunto i 3,8 milioni con un incremento dell’8,5%. Il liquidato ai soci è pari a 0,56 euro a litro e liquidazioni totali per circa 28 milioni. La pandemia non ha fermato gli investimenti per un valore complessivo superiore ai 3,5 milioni. Un obiettivo importante per il 2021-2022 sarà il miglioramento della qualità del latte prodotto dai soci che andrà nella direzione di nuove filiere eco compatibili, basso consumo energetico senza uso di antibiotici e con alimentazione controllata e  attenzione al benessere animale. Per il mondo del latte quindi un quadro positivo nei numeri ma che ha vissuto nel giro di poche settimane un doppio ribaltone. La prima spaccatura si è consumata non più tardi di un mese fà, quando, alla guida del Concast Trentingrana, è stato eletto Stefano Albasini. Per certi versi Albasini, presidente del caseificio Cercen, era considerato un outsider ma ciò non gli ha impedito di imporsi, per 9 voti a 8, su Renzo Marchesi, il numero uno uscente. La seconda rottura è andata in scena all’interno del Consiglio d’amministrazione di Latte Trento, cooperativa che produce circa il 35% del latte trentino,quando il presidente uscente Carlo Graziadei ha rassegnato le dimissioni. Insomma una spaccatura che dovrà essere ricucita.