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La cooperazione: modello di impresa da “SERIE A” - Settembre 2012

E’ da sempre in atto un grande dibattito sui giovani e in questo ultimo periodo in particolare sui giovani e il lavoro. Un dibattito reso particolarmente intenso dalla disoccupazione che in Trentino si attesta al 6,9% (contro il 9,2% nazionale) e al 15% per quanto attiene quella giovanile (contro il 31,1% nazionale) e che ha spronato molte imprese, in particolare quelle del movimento cooperativo ad attivare strumenti di sostegno e incentivazione allo studio e al lavoro. E’ stata attivata la possibilità di aprire conti correnti a costo zero per gli studenti universitari, di partecipare a percorsi di formazione pratica presso aziende e casse rurali; sono in atto importanti eventi di promozione culturale per incentivare partecipazione, conoscenza e confronto.

E proprio dal confronto e dalla partecipazione, anche quando i toni sono un po’ più aspri, quando i solchi sono un po’ più profondi che si gettano le basi per una buona semina. Il confronto deve però servire da stimolo alla ricerca di soluzioni, di buone soluzioni, che consentano di andare avanti e saper evolvere. Ogni organizzazione, impresa, anche famiglia, lavora con l’obiettivo di migliorare le proprie condizioni, di restituire a chi verrà dopo qualche cosa di più di quello che ha trovato, nella consapevolezza che solo creando le condizioni favorevoli allo sviluppo, la sfida potrà essere vinta.

E proprio di sfida oggi giorno stiamo parlando. Abbiamo da una parte stimoli e opportunità che mai si sono presentate nella storia: tecnologia diffusa e a basso costo, facilità negli spostamenti, investimenti importanti nella ricerca e incentivi all’innovazione; dall’altra un sistema economico in crisi che impone di ripensare ai modelli di gestione dei servizi, di ridisegnare anche i rapporti fra le imprese in una logica di rete, di riorganizzare le istituzioni pubbliche.

Dinamiche di cambiamento e opportunità che vanno sfruttate a patto di riuscire a credere nei giovani, nella loro forza vitale, nella capacità di superare gli ostacoli anche con un pizzico di incoscienza. Nel libro “futuro fragile” scritto da Marco Reggio si trovano una serie di interviste fatte ad esperti e testimoni diretti della realtà giovanile con obiettivo di aiutarci a capire meglio la loro condizione. Fra questi l’intervento del prof. Bruni docente di economia all’università Bicocca di Milano riporta: “La grande forza dei giovani è quella di non prendere il mondo come un dato, ma come una realtà che si può cambiare”. Un cambiamento e un’opportunità di innovare, che può avvenire mettendo a fattor comune idee, conoscenze ed esperienze unite dalla condivisione di valori come il reciproco aiuto, la responsabilità, l’onestà. Non si tratta di vendere illusioni ma di sottolineare che raramente la vita fa regali e che tutto va conquistato giorno dopo giorno.

Qualità, ricadute territoriali e riduzione dei costi possono essere garantiti anche grazie alle cosiddette “filiere corte”, attraverso un rapporto più diretto tra produttore e consumatore, favorendo l’avvio di nuove attività come l'agricoltura biologica, la produzione di beni eco-compatibili, il commercio equo e solidale, il consumo critico, la finanza etica, il risparmio energetico, le energie rinnovabili, il software libero, il turismo responsabile e come già si sta facendo, avviando virtuosi esempi di trasversalità che fanno convivere agricoltura, industria e turismo… quest’ultimo petrolio del Trentino (per usare un’espressione del Prof. Andreaus dell’università di Trento).

Quale modello di impresa può quindi generare valore diffuso e rappresentare una opportunità di lavoro e di crescita individuale oltre che collettiva? Il risultato di una ricerca condotta da Euricse (L’Istituto di ricerca Europeo sulla cooperazione e le imprese sociali) su un campione di 222 cooperative e 191 spa del Trentino mostra come le prime, anche in momenti congiunturali sfavorevoli, tendano a mantenere stabilità dei redditi a differenza delle spa che sono soggette ad andamenti ciclici. Le Cooperative viaggiano a una marcia 3 volte più sostenuta dalle Spa, il loro orientamento alla soddisfazione di un bisogno più che alla distribuzione di utili garantisce loro una capacità di resistenza e di reazione maggiore.

Cogliamo la sfida allora, mettiamoci in gioco… cooperare significa giocare la partita vincente.

Alberto Carli