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Cooperare per crescere - Marzo 2013

Il tema dell'emigrazione è conosciuto da molte famiglie Giudicariesi attraverso esperienze dirette, diari, corrispondenze, fotografie, cimeli, ricevute di trasferimento di denaro da parte dei famigliari che emigrarono definitivamente o per periodi più o meno lunghi. Ricordi ancora ben conservati e che rievocano quel passato in cui la ricerca di condizioni di vita migliori, di prospettive andava trovata lontano.

In Giudicarie dell'emigrazione si hanno riferimenti fin dall'Ottocento quando durante i mesi invernali era usanza migrare nel Regno d'Italia in cerca di lavoro. Ma è nel Novecento che la popolazione, ancor più impoverita dalla prima guerra mondiale e dall'annessione al Regno d'Italia, poi dal periodo fascista, fino al dopoguerra vive l'odissea dell'emigrazione.

E se è vero come è vero che la nostra storia ci dice chi siamo, allora è semplice intuire come, seppur abitanti di terre alte, ci sia chiaro come il mondo di oggi sia sempre più interdipendente, come il futuro che ci aspetta sia un futuro collegato alle sorti di altri popoli e nazioni.

E' importante promuovere la consapevolezza a livello locale, nazionale e internazionale che con una povertà crescente, tanto nel Sud quanto nel Nord, la cooperazione non è più una possibilità o una scelta politica, ma piuttosto "un obbligo", o meglio un investimento nel proprio futuro. Un investimento legato al tema della pace, della sicurezza, anche quella che preclude la possibilità di avviare scambi commerciali, e della sostenibilità ambientale.

Una cooperazione intesa anche come insieme di strumenti (finanziari, progettuali, pubblici, privati) che devono avere lo scopo di garantire quel processo di sviluppo che permette alle persone di ampliare la propria gamma di scelte. Il reddito è una di queste scelte, ma non rappresenta la somma totale delle esperienze umane. La salute, l'istruzione, l'ambiente, la libertà di azione e di espressione sono fattori altrettanto importanti. Lo sviluppo umano infatti deve tendere alla ricerca di crescita economica, intesa come quantità della crescita ma altrettanto importante è la distribuzione della crescita.

Nell'epoca della globalizzazione e della interdipendenza, il dovere di solidarietà non si deve comunque fermare ai confini della nazione ma li deve superare, allargando l'orizzonte dell’azione e dei progetti di società. Un dovere di solidarietà in senso politico, che oltre agli aiuti per emergenze umanitarie (necessari e doverosi) operi nella direzione di costruire un ambiente di vita dove ogni persona abbia la possibilità di realizzare le proprie propensioni.

Le nuove tendenze ed emergenze della società globalizzata si identificano in richieste di maggiore attenzione verso le tematiche dello sviluppo in tutte le sue forme, dal deficit di partecipazione democratica, alla questione ambientale, dalla gestione delle crisi economiche all'educazione, dalla prevenzione ai diritti umani. La cooperazione può' rappresentare la voce della cittadinanza transnazionale attiva e consapevole.

Inoltre, le relazione di cooperazione tra attori istituzionali e non, contribuiscono a dare nuove forme e a modificare il modo di agire politico istituzionale ( si pensi al G8 diventato G20) aprendo le porte anche a dinamiche commerciali nuove e con nuovi interlocutori, con possibilità' di favorire lo scambio di merci nelle suo diverse forme, dall'esportazione tradizionale al commercio equo e solidale, fino alla promozione del territorio in una logica di turismo sostenibile, nel rispetto e nella valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale di ogni popolazione.

Alberto Carli