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Cooperazione di Comunità: voce alle valli - Luglio 2013

Durante la 118° Assemblea Annuale della Federazione della Cooperazione Trentina, dalla relazione del Presidente e dei Vice-Presidenti di Settore è emersa, seppur nella complessità e con le difficoltà del momento storico, la tenuta del sistema cooperativo trentino.

Il sistema tiene e questo, possiamo dirlo, rappresenta un segnale positivo non solo per il movimento stesso ma anche per il Trentino in quanto le cooperative e i consorzi cooperativi, oltre ad essere parte strutturale del nostro sistema economico, sono parte strutturale del nostro ordinamento sociale. I risultati confermano l’esistenza di una gestione sana e diffusa sui territori, nel credito come nel consumo e in generale nei vari settori che può costituire un punto di partenza su cui costruire le strategie per il futuro che dovranno essere basate su un concetto di impresa diffusa sul territorio e corresponsabilizzata.

Un istanza, quella dell’impresa diffusa sul territorio, già presente tra le azioni di sistema varate dal governo provinciale nella definizione delle norme anti-crisi che contemplano, oltre a incentivi e strumenti di sostegno alle famiglie e imprese, anche un riferimento alla prospettiva di territorio, capace di esprimere responsabilità e partecipazione. Certo la cooperazione deve saper fare la sua parte e iniziare un processo di collaborazione, talvolta persino di conoscenza reciproca, tra i vari “mondi” che la caratterizzano, a maggior ragione se convivono nello stesso territorio. La pratica dell’intercooperazione deve essere, oltre che promossa, facilitata dall’organo di rappresentanza; essere attuata dalle singole cooperative guardando e sapendo cogliere i vantaggi, anche di lungo termine per i propri soci (che non sono clienti ma proprietari pro-tempore).

Dare voce ai settori produttivi della cooperazione, confrontarsi con le esigenze del territorio e dialogare con le altre categorie economiche è una questione che va posta come priorità al fine di raccogliere le problematiche di chi lavora e vive quotidianamente le valli, favorendo la valorizzazione delle tipicità, anche in una logica di promozione e marketing del turismo locale.

L'obiettivo deve anche essere quello di valutare come creare nuovi posti valorizzando le nuove professioni che potrebbero rappresentare il futuro lavorativo per molti giovani delle nostre Valli. Molte sono infatti le attività specialistiche che ancora richiedono interventi di tecnici da fuori zona mentre potrebbero dare un lavoro ai nostri giovani attraverso un processo di stimolo e incentivazione delle iniziative imprenditoriali locali.

L’agire collaborativo, anche attraverso un tavolo di coordinamento cooperativo di valle, può costituire un primo livello di analisi e confronto capace di esprimere valutazioni circa specifiche scelte strategiche o altresì identificare e scoraggiare comportamenti, laddove questi ultimi indeboliscano il sistema di rete ideato dai fondatori.

Le centinaia di migliaia di soci della cooperazione devono essere incentivati alla partecipazione e questo è un compito e una responsabilità di tutti, in primis degli amministratori di cooperative. I coordinamenti di Valle possono essere un punto di partenza per dare risposte concrete alla esigenze espresse ma poco attuate di intercooperazione oltre che divenire riferimento per la gestione dei rapporti con la Comunità di Valle.

Il territorio non deve perdere la vocazione di sentirsi sistema. Sì alle diverse vocazioni dialettiche, no a perdere la visione di unità, no ad alimentare processi di disgregazione.

Alberto Carli