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2013: tiriamo le somme - Marzo 2014

In Giudicarie le cooperative sono 46 di cui 12 del consumo e 7 del credito. L’analisi dei dati relativi al 2013 ci da evidenza di un anno difficile e all’insegna dell’incertezza. La crisi che sta investendo l’economia trentina non risparmia neppure la nostra Comunità e i dati del settore bancario e del consumo ci confermano il momento particolarmente difficile.

I dati relativi alle casse rurali della comunità di valle delle Giudicarie mostrano, al pari del complesso a livello trentino, un rallentamento del credito erogato a famiglie e imprese.

Da oltre un anno lo stock del credito erogato mostra valori in calo anche se in misura inferiore alle medie trentine: a dicembre 2013 -1,8% la variazione annua dello stock del credito delle casse delle Giudicarie rispetto a -2,5% della media trentina: ciò è da attribuire soprattutto ad un calo della domanda di credito da parte della clientela e quindi minori investimenti sia di famiglie che di imprese oltre che criteri più stringenti nell’erogazione da parte della banche a causa dei maggiori rischi assunti. I crediti cosiddetti in sofferenza, in altre parole quelli dati a clienti che hanno forti difficoltà a pagare le rate dei mutui, sono cresciuti molto nell’ultimo anno e segnano un +30% di variazione annua rispetto a dicembre 2012 per quanto riguarda le casse delle Giudicarie, rispetto a +50% di quelle a livello trentino.

L’indice di rischiosità del credito che si misura attraverso l’incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti erogati, a fine 2013 è pari al 6,6% per le casse delle Giudicarie contro il 7% della media trentina. Fino a due anni fa tale indice non superava il 3%. I settori che soffrono di più sono quelli del manifatturiero, delle costruzioni e del commercio, mentre tiene molto bene il settore dell’alberghiero, legato al turismo che sembra subire minori contraccolpi dalla crisi. Notizie migliori sul fronte del risparmio raccolto presso le famiglie che mostra invece un trend di crescita positivo (+3% la crescita annua rispetto a +2,5% della media trentina) che però vuol anche dire che le famiglie a causa dell’incertezza circa il loro futuro preferiscono risparmiare anziché spendere e questo si ripercuote sui consumi che non crescono e sulle imprese (quelle che si rivolgono al mercato interno e locale) che riducono i loro ricavi ed anche l’occupazione. Per quanto riguarda il consumo, le 12 Famiglie Cooperative operanti nelle Giudicarie hanno avuto mediamente un calo di Fatturato nel 2013 dell’1,88%.

Peraltro l’ultimo trimestre del 2013 ha presentato una lieve ripresa. Le cooperative di consumo trentine nel complesso hanno tenuto, segnando un calo dello 0,02% e quindi quelle delle Giudicarie hanno presentato un andamento inferiore alla media cosi come gran parte delle Comunità della parte meridionale del trentino. Per quanto riguarda i Reparti, nelle Famiglie Cooperative delle Giudicarie si riscontra una crescita dell’Ortofrutta (+1.81%) e dei combustibili (+8.44%) mentre i cali maggiori si hanno nella Pescheria (-10.8%), Giornali e libri (-7,6%) Extra Alimentare (-4%), Pane (-2.8%) e Surgelati (-2.7%), alimentare a scaffale (-1,9%). Il calo del fatturato, le frequenti promozioni a favore di soci e clienti hanno ridotto i margini e anche i risultati economici sono previsti leggermente in calo rispetto all’anno precedente.

In sintesi un anno difficile, caratterizzato da crisi e insicurezza che ci fa riflettere sul ruolo del movimento cooperativo in questo contesto socio-economico: Ian MacPherson studioso e cooperatore canadese scomparso recentemente, in occasione della sua ultima visita a Trento ci lasciò questa considerazione in merito: “Negli ultimi trent’anni la gran parte del mondo era guidata dall’idea che perseguire gli interessi personali alla fine avrebbe creato un mondo migliore per tutti. Ma la maggior parte della ricchezza creata negli ultimi tempi è stata il frutto delle speculazioni basate sulle aspettative piuttosto che sul loro effettivo valore. L’improvviso declino evidente in molte parti del mondo evidenzia la necessità di rivolgersi ad organizzazioni, come le cooperative, che sono per definizione trasparenti nelle loro operazioni, che creano un valore reale e non gonfiato, che premiano la contribuzione e non solo la proprietà. Io credo che nel mondo si stia cercando una forma di organizzazione che abbia delle forti basi etiche rispetto all’ambiente, la comunità ed il benessere comune. Le cooperative, come tutte le creazioni umane, a volte non sono in grado di rispettare i propri principi e valori, ciononostante non devono essere messe in dubbio le loro basi fondanti. Questo significa che il ruolo del movimento cooperativo dovrebbe essere ampliato.

Nella crisi attuale, che riguarda soprattutto la fiducia, le cooperative dovrebbero avere un vantaggio enorme. E, come in passato, quando le persone e le comunità attraversano questi periodi, solitamente imparano le possibilità e il beneficio del lavorare insieme per il vantaggio personale e il bene comune”.

Alberto Carli