Nuove imprese per nuovi mercati - Giugno 2015
Mentre la crisi economica continua, sta diventando sempre più evidente che, al fine di individuare strategie per mettere l'Italia e il nostro Trentino su un percorso di crescita economica, è necessario valutare attentamente i potenziali contributi di ogni settore, di ogni istituzione pubblica e privata, e da tutti i tipi di imprese, comprese le cooperative e le imprese sociali. Dai dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) risulta che le imprese sociali e, più in generale, quelle cooperative, crescono a un ritmo più veloce rispetto agli altri tipi di imprese, pubbliche o private. Lo studio condotto da Euricse nel corso del 2013 “La cooperazione in Italia durante la crisi anni”, si è proposto di contribuire alla necessità di comprendere a fondo la cooperazione e di individuare quali soni i nuovi settori, i bacini di innovazione cooperativa. Il primo dato significativo della relazione deriva da una quantificazione piuttosto precisa sia del contributo diretto delle cooperative italiane per il prodotto interno lordo (PIL) e dell'occupazione, nonché l'impatto economico complessivo della cooperazione per l'economia italiana. L'aggregazione di tutte le varie fonti disponibili rivela che il numero totale delle cooperative italiane attive è compresa tra 55 e 60 mila. Alla fine del 2011, le cooperative, insieme ai loro consorzi, hanno generato un valore della produzione superiore a 120 miliardi di euro, con un numero di posti di lavoro tra 1.200.000 e 1.300.000, senza contare l’effetto indotto e cioè il lavoro generato per i soci delle cooperative che di esse non sono dipendenti.
Il secondo risultato dell'analisi mostra che l'impatto e la pertinenza delle cooperative varia notevolmente da settore a settore. Le cooperative sono particolarmente rilevanti nel settore agricolo e in alcuni rami del settore dei servizi, compresi quelli dominati da imprese private come il commercio e il trasporto, nonché quelli con più coinvolgimento del pubblico come i servizi sociali e sanitari. Tuttavia, le cooperative hanno un ruolo più marginale nel settore manifatturiero, con l'eccezione del cibo e delle bevande di produzione dove le cooperative sono cooperative di produttori prevalentemente agricola e non cooperative di lavoro. Pertanto, la forma cooperativa risulta essere particolarmente adatta sia nei settori in cui il lavoro è il fattore strategico, sia in quelle in cui la cooperazione tra i produttori permette loro di sfruttare economie di scala pur mantenendo una elevata flessibilità nella produzione.
L'analisi delle recenti tendenze del settore cooperativo in Italia mostra, soprattutto, una crescita sostenuta nel settore. Questa tendenza è evidente non solo in alcuni settori, ma si applica praticamente all'intero movimento cooperativo, con alcuni picchi particolarmente degni di nota. Infatti i “bacini di innovazione cooperativa” sono rappresentati da settori specifici che, per le loro caratteristiche e dinamiche di sviluppo, possono offrire interessanti opportunità per la nascita di questo tipo di imprese. I settori sui quali ci si concentra sono quelli dell’istruzione, del welfare (socio-assistenziale, sanitario), del turismo e dei servizi ad esso legati e della cultura. Tutti questi settori, oltre ad avere le proprie peculiarità, riguardano ambiti che, in termini generali, presentano caratteristiche simili. Oltre a essere ad elevata intensità di lavoro e bassa intensità di capitale, essi possono essere, più facilmente di altri, oggetto di esternalizzazione da parte delle amministrazioni locali che stanno dimostrando negli ultimi anni maggiori difficoltà nel gestire questi servizi in modo efficace ed efficiente. Inoltre, questi settori si prestano all’avvio di nuove imprese anche di natura collettiva e con un forte orientamento sociale, con un importante ruolo nel contribuire all’aumento dei livelli di coesione sociale e nell’agevolare il processo di emersione di iniziative che già operano in questi ambiti su base volontaristica o associativa e quindi non ancora con veste imprenditoriale. (Fonte: Eurisce)