Cerca tra i contenuti

Start up cooperative - Ottobre 2015

In questi ultimi anni, di fronte alla crisi economica e alla crescita della disoccupazione, il termine “startup” ( avvio di una nuova impresa) è entrato nel linguaggio comune perché nelle startup si vede la possibilità di creare nuove opportunità occupazionali, soprattutto per i giovani, in ambiti di mercato emergenti, sfruttando soprattutto le tecnologie informatiche. Ma quale deve essere il modello di una startup cooperativa? Certamente non quello di un’impresa che nasce con l’obiettivo di produrre lucro e il più in fretta possibile. Non va sicuramente demonizzato chi si mette in gioco per perseguire quel modello ma certo è che l’Italia non è l’America e i casi di startup di successo sono molto pochi. Inoltre la startup cooperativa non può prescindere dai valori fondanti della cooperazione e da obiettivi che sono quelli del lavoro, della stabilità, del lungo periodo; Infatti le imprese cooperative nascono per rispondere a bisogni reali e preferibilmente non individuali ma collettivi. Quando si parla di startup si pensa solitamente a nuove imprese nel settore dell’ICT (Information and Communication Technology) ma la startup cooperativa non vuole essere questo, non solo. Il concetto di innovazione da realizzare è più ampio, abbraccia anche il campo dell’innovazione sociale, mette in atto cambiamenti anche nei comportamenti delle persone e nella gestione dell’impresa. Certo non bisogna buttare il bambino (la tecnologia) con l’acqua sporca. Se nel modello di startup cooperativa la tecnologia non è tutto, bisogna però fare attenzione a non sottovalutarne l’importanza. Innovazione significa anche trasparenza, apertura, riproducibilità: basti pensare alla battaglia per gli Open Data (Dati Aperti), che riguarda la Pubblica Amministrazione ma non solo.

 

 

C’è tutto un movimento in Trentino e in Italia (pensiamo anche al movimento intorno all’open source) che si sta battendo per questo: la parola d’ordine è accessibilità, poter accedere liberamente alle informazioni e poterle riprodurre. Le tecnologie sono anche spesso uno strumento utile per rivitalizzare e coinvolgere territori svantaggiati, scarsamente popolati e lontani dalle principali vie di comunicazione e la creazione di startup cooperative nasce proprio dalla necessità di promuovere politiche di auto imprenditorialità capaci di favorire l’occupazione giovanile, di incentivare l’adozione della forma cooperativa tra le imprese di nuova costituzione, di affermare la presenza della cooperazione in nuovi mercati. Incoraggiare e sostenere le startup cooperative significa non solo creare imprese e posti di lavoro, ma anche generare un rinnovamento dell’offerta in grado di raggiungere aree di domanda insoddisfatta o inesplorata e incentivare processi di formazione di una nuova imprenditorialità, facendo leva sul sistema cooperativo, sulle nuove generazioni e sull’esperienza di quelle mature. Avere un idea imprenditoriale e proporsi di realizzarla collaborando con altri non significa quindi limitare il campo d’azione ai mercati tradizionali e tenersi lontano da ambiti innovativi. Al contrario, la creazione di nuova imprenditorialità cooperativa richiede, ed è essa stessa innovazione, infatti Il modello di nuove imprese cooperative è in sintonia con gli orientamenti dell’Unione Europea che, nel contesto della strategia Europa 2020, individuano nella compatibilità ambientale e nella crescita dell’occupazione le priorità per la realizzazione di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La strategia europea prevede un sistema di fondi orientato a stimolare l’orientamento degli sforzi di ricerca e innovazione nell’ambito della salute, dell’agricoltura sostenibile, dell’energia pulita, dei trasporti intelligenti e ecologici. Questi sono ambiti in cui si può pensare di sviluppare attività imprenditoriali future, sia perché sono considerati cruciali per l’introduzione di innovazioni, sia perché su di essi si concentreranno gran parte delle risorse europee. Nella strategia Europa 2020, tuttavia, la nascita di nuove imprese è auspicata anche in altri settori, come, per esempio, l’agricoltura, in relazione ad attività di miglioramento della qualità del territorio e della coesione sociale. Stesso favore è riservato agli ambiti della salvaguardia e della fruibilità del patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico che mirano a sollecitare lo sviluppo di nuove forme di promozione e valorizzazione turistica del territorio. Il messaggio che oggi viene veicolato è che realizzare una startup di successo sia qualcosa di estremamente facile. Ma non è così e sappiamo anche che questo immaginario che si è creato comporta un alto tasso di mortalità, soprattutto quando le imprese superano la fase di pre-startup e si trovano a dover affrontare il mercato. Per fare una startup ci vuole certamente un’idea, che deriva dal saper leggere i nuovi bisogni degli individui e delle comunità ma non basta. Occorrono capacità e competenze e serve un metodo, una capacità di esecuzione degli step necessari a concretizzare l’idea. Questo richiede il possesso di strumenti: una cassetta degli attrezzi da utilizzare durante il percorso. Importante è anche il processo, che deve essere aperto, inclusivo, condiviso, in cui mettere la faccia in prima persona. E poi gli attori, che non sono solo i soci cooperatori ma tutti gli stakeholder con cui si può e si deve fare rete per creare una realtà che duri nel tempo. Si chiama ‘Crea Impresa Coop’ lo sportello che il sistema della Cooperazione Trentina mette a disposizione delle persone che hanno un’idea da trasformare in impresa cooperativa.