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Trento ( e il Trentino) tra le 10 città “piu intelligenti” al mondo - Febbraio 2016

I concetti di “città intelligente (Smart City) e “comunità intelligente” (Smart Community) sono entrati nel dibattito quotidiano, anche se non sempre sono chiari. Le molteplici modalità di comunicazione locale e globale, l’innesto di moderne tecnologie nell’agire quotidiano, la presenza di una strategia condivisa e partecipata, determinano la capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a una comunità intelligente, efficiente e socialmente innovativa, dove ogni euro investito in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. Alla base di questi concetti infatti, vi è la capacità di una Comunità di definire i propri obiettivi strategici e identificare la propria strada, perché le condizioni di partenza sono soggettive, frutto delle legittime richieste dei cittadini, di ogni cittadino a fornire risposte ai propri bisogni. Certamente il punto di partenza per avviare un percorso di “comunità intelligente” è la profonda conoscenza della realtà locale, dei bisogni della collettività, delle criticità e della situazione che deve essere gestita. Questo consente di ricercare i fattori e le tecnologie abilitanti, attraverso un lavoro interdisciplinare che si basi su forti competenze tecnologiche, economiche e sociali per arrivare alla definizione di una metodologia che sfrutti in modo coordinato tutte queste competenze specifiche. Il modello basato sui concetti di “Comunità Intelligenti” si identifica anche come un nuovo modello di sostenibilità, basato sia su interventi tecnologici ma anche su buone pratiche e virtuose abitudini di consumo, in cui tutti concorrono ad individuare soluzioni per la comunità, frutto di partecipazione e intelligenza collettiva. Trento è una delle dieci città del mondo considerate “intelligenti” (smart) e selezionate per diventare un laboratorio dove si applicano tecnologie per trovare soluzioni ai problemi quotidiani dei cittadini: dal traffico all’inquinamento, dallo sviluppo economico a una gestione sostenibile delle risorse naturali.

 

Questo importante risultato è senz’altro un riconoscimento non solo dell’elevata qualità della ricerca svolta in Trentino, ma anche della capacità delle diverse istituzioni di operare come un unico ecosistema. Un progetto che richiede la partecipazione attiva di tutti partner coinvolti, dalle amministrazioni locali all’università, ai centri di ricerca, alla cooperazione, alle scuole, al fine di promuovere il coinvolgimento dei cittadini nella definizione delle priorità e nella sperimentazione delle soluzioni messe a disposizione dallo stato dell’arte delle tecnologie. Trento e il trentino potranno diventare un modello di riferimento globale nelle aree della qualità della vita, con la partecipazione della cittadinanza e condividendo con altre città del mondo la propria esperienza. Un progetto che necessita partecipazione e richiede prima di tutto l’analisi dei bisogni dei cittadini (dove vivono, dove lavorano, cosa fanno nel tempo libero, ecc) il loro coinvolgimento nel dibattito pubblico, successivamente la consultazione dei portatori di interesse ed infine la definizione di obiettivi e indicatori comuni. In questa azione sinergica ad ognuno spetta il suo ruolo e la cooperazione, cosi come l’ente pubblico, dovrà saper valutare le soluzioni ai problemi in modo trasversale, dovrà essere elemento di aggregazione di soggetti differenti e facilitatore nella realizzazione degli interventi, condividendo le scelte con i propri soci o nel caso dell’Ente pubblico con la cittadinanza e i soggetti privati. Quindi è richiesta sia un’elevata capacità di valutare le singole situazioni, mettendo in atto risposte specifiche, sia la capacità di elaborare protocolli, che riescano, successivamente, a prescindere dal particolare. I modelli cosi potranno essere messi a disposizione di tutti per non ripartire sempre da zero. Il vero elemento, che va sempre più rafforzato anche nelle nostre Giudicarie è la capacità di “fare sistema” e “ fare rete” tra valli. Infatti per essere “smart” serve conoscere e riconoscere quello che la comunità ha al fine di prendere decisioni sulla base di informazioni aggiornate, certe e condivise.