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Un nuovo patto federativo per un grande progetto di territorio - Luglio 2016

Viviamo in un momento storico di transizione molto delicato, il recente esito del referendum in Gran Bretagna né è la conferma. I mutamenti in corso forse ci sembrano scontati perché li vediamo accadere uno dopo l’altro, in sequenza, e non riusciamo ad averne una percezione sistemica. Ma oggi, tutti i modelli economici, i sistemi istituzionali e persino i valori sociali e culturali sono afflitti dalle necessità urgenti di dare risposte ai cambiamenti in corso, e la Cooperazione non è estranea a questo processo anzi, il modello economico e sociale che porta in dote sottolinea la responsabilità e il ruolo centrale, che essa deve avere nell’elaborare capacità di risposta non solo per il sistema cooperativo stesso, bensì per il modello di sostenibilità delle nostre comunità. Non c’è infatti scenario della cooperazione che non abbia come sfondo lo sviluppo della nostra comunità e del Trentino, cosi come è difficile pensare a uno sviluppo della comunità senza cooperazione; Ed è per questo motivo che va fatto lo sforzo di tornare ai fondamentali, sottoponendoli ad un intervento di manutenzione per renderli adatti ad affrontare il nostro tempo attraverso la definizione di nuove strategie e attraverso la capacità di fare emergere leadership. Un percorso non facile, sicuramente più impegnativo che nel passato e che solo una conversazione aperta e innovativa sul ruolo della cooperazione e sul futuro della nostra comunità e in generale del Trentino saprà indirizzare. Servirà uno sguardo ampio che riesca a far convergere tutti i soggetti presenti sul nostro territorio affinché l’apporto di energie, di risorse intellettuali e materiali sia il più ampio possibile dentro un progetto comune a favore delle Giudicarie e di chi le abita. Se da un lato viviamo la tentazione di una chiusura difensiva, che alza steccati, dall’altro è forte la esigenza di nuova socialità, cui si collega la domanda di nuovi modelli d’impresa, forme organizzative, regole di governo, schemi di funzionamento, procedure di apprendimento, in cui valga un paradigma produttivo per il quale le relazioni sociali contano. Sono infatti sempre più i settori in cui si cercano modelli di impresa in grado di coniugare efficienza economica e sostenibilità sociale e ambientale.

 

Non basta però accontentarsi di constatare la sintonia del modello cooperativo alle richieste di cambiamento in atto, ma serve trarne conseguenze anche sul piano operativo, posizionando o ri-posizionando la cooperazione dentro questi nuovi scenari e facendola diventare un attore rilevante. Oggi non sono più le imprese, come nel passato a proporre e determinare le scelte di consumo, standardizzate, alle persone. Oggi è l’utente che comanda, che esprime una domanda orientata a soddisfare i suoi specifici bisogni. La conseguenza è che le imprese, le organizzazioni in generale, sono nella difficile situazione di dover interpretare tali bisogni, fornendo risposte sempre più personalizzate. In questo quadro diventa chiaro come sia impossibile per un’impresa soddisfare da sola una domanda sempre più variegata e mutevole e come sarà sempre più necessario, valutare logiche di produzione che valorizzino la divisone dei compiti, le alleanze, l’organizzazione in rete. Agli aspetti di manutenzione dell’identità cooperativa quindi, la necessità di tradurre tale identità in azioni e progetti operativi che favoriscano l’applicazione della visione generale e generino nuove risposte in termini di lavoro e di coesione sociale. Come ha scritto Franco De Battaglia nelle settimane scorse, ripreso anche nella relazione della Vice- Presidente Vicaria della Federazione Trentina della Cooperazione Marina Castaldo durante la 121° Assemblea tenutasi lo scorso 10 giugno: “i luoghi delle autonomie sono quelli di cui si riconosce la vocazione dentro un sistema sempre più interconnesso; sono i luoghi in cui si sperimenta e in cui si creano laboratori di innovazione; sono luoghi in cui l’innovazione non è solo tecnologica o scientifica, ma anche istituzionale, organizzativa, partecipativa”. E’ tempo di trovare il coraggio di essere protagonisti di questa nuova sfida.