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La Cooperazione domani… alcune prospettive - Ottobre 2016

A fine Settembre si è svolto a Trento il Festival delle Resistenze, un interessante evento culturale promosso dall’Assessorato alle politiche giovanili di Trento e Bolzano al quale ho avuto l’onore di partecipare come Cooperazione Trentina al tavolo della discussione sul tema della sharing economy (economia della condivisione) e delle possibili integrazioni con il modello cooperativo. Sono emerse alcuni spunti di riflessione molto interessanti: infatti queste nuove forme di mutualità, queste nuove infrastrutture sociali di economia collaborativa che vedono le persone usare internet per scambiarsi prodotti e servizi senza intermediazione alcuna, si stanno diffondendo rapidamente. Un fenomeno che si caratterizza per la varietà e la ricchezza delle esperienze, l’impegno dei giovani, delle comunità, dei gruppi sociali. La domanda è come fare per includere, dare una struttura a questa ricchezza sociale e al contempo dare nuova linfa al modello cooperativo? Quello che è certo è che NON possiamo NON avere una piena e articolata conoscenza di questo fenomeno, e di ciò che intorno ad esso si muove. Una conoscenza che risulta indispensabile per capire quali sono le effettive dimensioni, gli impatti che la Sharing Economy determina, sia in termini di competizione che di possibile relazione e collaborazione. Ricordiamoci che queste nuove forme di economia collaborativa forniscono delle risposte proponendo nuovi servizi, nuovi processi produttivi, nuovi sistemi di distribuzione che fanno un uso più efficiente delle risorse e mobilizzano il potenziale latente a livello comunitario.

 

Le cooperative potrebbero cogliere queste innovazioni e sviluppare nuove soluzioni all’interno dei propri mercati (o in nuovi mercati), andando a cogliere alcuni elementi di questa trasformazione e rispondendo in modo ancora più adeguato e sostenibile ai bisogni delle comunità. Si possono usare gli strumenti della rete e della collaborazione per favorire l’aggregazione della domanda e dell’offerta e attivare nuovi scambi che coinvolgono in modo sempre più orizzontale e partecipativo i soci e i membri della comunità. Puo’ essere arrivato il momento di ripensare i modi e i concetti della mutualità? È possibile riportare al centro la relazione e lo scambio diretto tra soci o comunque integrarlo nello scambio tra soci e cooperativa? Le sfide in questo contesto riguardano il ruolo che la cooperativa può rivestire, ad esempio come piattaforma di collaborazione tra soggetti attivi nella produzione e fruizione di servizi, come garante di qualità, sicurezza, ed equità. Del resto, il valore aggiunto della cooperazione sta anche nella forte capacità di coinvolgere le comunità locali e quindi uno spunto di riflessione potrebbe riguardare la possibilità di creare attraverso la cooperazione nuove forme di connessione tra soggetti anche geograficamente distribuiti (non necessariamente solo cooperativi), ma avvicinati dalla tecnologia e coinvolti in un processo comune. Di fronte ai cambiamenti profondi di carattere culturale, sociale, economico e tecnologico, siamo consapevoli che è più che mai necessario essere in grado di leggere i processi in atto e i rapidi mutamenti, per comprenderne le dinamiche, interpretare i bisogni emergenti e proporre risposte innovative, all’altezza delle domande poste dalle persone e dalle comunità. Il mondo cooperativo, anche la cooperazione trentina ha avuto grande sviluppo, che si è connotato essenzialmente per settori, che a volte sono un po’ chiusi in se stessi, fanno fatica a confrontarsi, a dialogare, a strutturare percorsi trasversali, comuni. E questo è un limite, perché l’emergere e l’affermarsi della Sharing Economy, tende ad abbattere confini, supera le tradizionali distinzioni tra settori, fra produttori, consumatori, finanziatori, cittadini comuni. Ecco perché abbiamo necessità di comprendere queste novità e di ragionare di più in modo trasversale e intersettoriale. Un tema che emerge da queste riflessioni, di straordinaria rilevanza, è quello degli investimenti in innovazione, soprattutto in campo digitale. Abbiamo gli smartphone, tanti belli e colorati, ma poi la capacità di utilizzare la rete digitale per attività economiche, sociali è ancora ridotta; Si tratta cioè di investire in tecnologie e anche in competenze, quindi nelle persone, nei giovani e non in logica di formazione continua.