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Cooperazione Trentina: più luci che ombre - Luglio 2017

A meno di un anno dall’elezione di Presidente della Federazione della Cooperazione, in occasione della 122° Assemblea Annuale dello scorso 9 Giugno, Mauro Fezzi traccia il percorso e delinea le sfide che la cooperazione trentina è tenuta ad affrontare nel prossimo futuro, e lancia un messaggio chiaro ai soci, dichiarando che la sua disponibilità a ricoprire l’incarico di Presidente della Federazione si concluderà a fine mandato, e cioè nel giungo 2018.

Mauro Fezzi si dimostra l’uomo dell’umiltà e della disponibilità. Scelto come Presidente unitario meno di un anno fa per traghettare la cooperazione al 2018, in una fase di grande cambiamento non solo per la Federazione ma per tutto il movimento. Un timoniere pragmatico e consapevole del ruolo e dell’importanza che il movimento cooperativo ha avuto e avrà per i nostri territori e per la nostra autonomia, quale modello di impresa economica che contribuisce a creare lavoro con percentuali incredibili (+30,8% nel periodo 2008-2014) nonostante le difficoltà, nonostante le situazioni ancora molto critiche che parte dei soci e dei lavoratori stanno vivendo in questi giorni. Durante l’Assemblea emerge, dalle relazioni dei quattro vicepresidenti, un quadro nel complesso positivo, con più luci che ombre. Il mondo agricolo e quello della produzione lavoro in particolare registrano una ripresa e in alcuni casi qualche distinguo molto positivo. Anche il settore del sociale vive una stagione di crescita trainato dall’incremento di domanda dei servizi socio sanitari. Il nuovo welfare rappresenta un settore di grande interesse per la cooperazione, in un momento in cui diminuiscono le risorse pubbliche e aumentano le esigenze. Qualche riflessione in più va fatta per le altre cooperative di utenza. Le Casse Rurali che a fronte di una riforma epocale tesa a migliorane l’efficienza e la competitività devono però riuscire a mantenere il legame con i soci e l’agire come banca del territorio. Le Famiglie Cooperative che inesorabilmente sono alla ricerca di un delicato equilibrio tra funzione sociale, soprattutto nelle zone più periferiche del Trentino, come le nostre Giudicarie, e la sostenibilità economica in un contesto di crescente competitività. Un dato che riguarda in generale tutte le imprese cooperative, ma che risulta particolarmente evidente nelle Famiglie Cooperative è quello legato al fatto che ottengono risultati economici migliori le imprese medio-grandi rispetto a quelle piccole, perché riescono ad essere più strutturate e a tenere sotto controllo i costi. Il costo del personale infatti non è omogeneo e tendenzialmente cresce, più si riducono le superfici di vendita. Un ulteriore evidenza che emerge dall’analisi dei dati è che nelle imprese con maggiori difficoltà si fa poca innovazione, insufficiente formazione e si tende a rimanere isolati nel proprio ambito senza aprirsi a collaborazione sul territorio o con altre strutture cooperative. Non possiamo dare sempre la colpa alla crisi, tornare alle origini è impossibile e continuare ad invocare principi e valori come se fossero la soluzione per tutti i mali è sbagliato. Oggi, evidenzia nella sua relazione il Presidente Fezzi, la parola d’ordine è “connessione”, accettare di far parte di una rete, aprire le porte all’intercooperazione, costruire ponti, sentirsi parte di un sistema che ha in comune obiettivi e strutture per realizzarli. La Federazione può essere un interlocutore credibile e autorevole nella misura in cui sarà capace di attivare il dialogo tra le parti e proporre soluzioni il più possibile condivise. Valorizzare i tavoli di confronto per renderli più operativi aumentare il dialogo e collaborazione tra le cooperative. L’Assemblea è stata occasione anche per scrivere un “nuovo” patto con la Provincia Autonoma per rinnovare e rafforzare la collaborazione. I temi principali riguardano il superamento del “digital divide” e il tema del lavoro. Infine, per quanto riguarda la struttura, nei primi mesi dell’anno è stato individuato il nuovo Direttore Generale nella figura del Dott. Alessandro Ceschi che avrà il compito delicato di fare funzionare la macchina organizzativa della Federazione. Una struttura che dal punto di vista delle entrate, vede un calo delle quote associative per via dei processi di aggregazione in atto ed è destinata ad ulteriori tagli per effetto della riforma del credito. Questa situazione impone che in tempi brevi sia predisposto un piano che ridefinisca ruolo e funzioni della Federazione sia come società di servizi, sia come soggetto “politico” e di sindacato di rappresentanza e tutela delle cooperative.