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Dal 2012 collaboro con il Giornale delle Giudicarie.
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Buona lettura!


Protesta degli agricoltori, i trattori arrivano a Trento - Febbraio 2024

Gli agricoltori in tutta europa, che già sopportano il peso della crisi climatica, si stanno esprimendo contro le politiche che ritengono contraddittorie, ingiuste e che li lasciano preoccupati per il futuro. Tutto è iniziato a dicembre scorso quando gli agricoltori tedeschi hanno bloccato le strade con i loro trattori. Li hanno seguiti i francesi, i polacchi e, in queste ore, anche gli italiani. Il 26 dicembre la protesta è arrivata anche a Trento.

La protesta degli agricoltori contro la burocrazia, il caro-prezzi e le politiche europee è arrivata anche in Trentino. Il 26 gennaio scorso un corteo di trattori ha attraversato le vie di Trento. Gli agricoltori manifestano giustamente il loro dissenso verso politiche che non garantiscono il settore e anzi determinano una continua perdita di reddito. Lamentano il mancato rinnovo dell'esenzione contributiva per i giovani, l’aumento della pressione fiscale sui terreni agricoli, il mancato sostegno alle zone montane che vedono un continuo esodo e abbandono, il continuo consumo di territorio senza l'attuazione di una politica di riuso del patrimonio immobiliare demaniale fermo da anni e non da ultimo 'l'abbandono dei boschi e dei pascoli, che hanno bisogno della mano dell'uomo per essere polmone verde e paesaggio delle risorse. Inoltre, anche se in Trentino assistiamo a  un rinnovato entusiasmo dei giovani per l’agricoltura, in generale l’Italia non è paese per giovani agricoltori né per l'agricoltura contadina su scala familiare e cooperativa, infatti, secondo l’ISTAT (dati 2020), ben 800.000 aziende agricole hanno a disposizione meno di 10 ettari di terreno e la produzione agricola nel Bel Paese è diminuita del 10% negli ultimi vent'anni. Le mobilitazioni spontanee, anche quella trentina, esprimono l'insofferenza di chi lavora nei campi verso un sistema che fa fatica a garantire la copertura dei costi del lavoro e un sistema di rappresentanza che fa sempre più fatica a tutelare le imprese agricole. Ma questo non sorprende se proviamo a cercare di capire le complicate dinamiche che si stanno attuando dentro i palazzi della rappresentanza degli agricoltori italiani.  Cia - Agricoltori italiani, il terzo polo delle confederazioni agricole, sembra attratto nell'orbita della Coldiretti. A sua volta Legacoop, storica espressione delle ex cooperative rosse, sembra più vicina a Coldiretti che a Confcooperative e AGCI. Confagricoltura, sulla scia della Coldiretti, ha creato Filiera Italia per un’alleanza di potere con i colossi dell’industria alimentare e della distribuzione, delle banche e dell’energia elettrica, ha a sua volta siglato un accordo con Unione Italiana Food, la prima associazione di categoria degli industriali, il 25 gennaio 2024, per dare vita a 'Mediterranea'. Si stanno così ridefinendo i tradizionali schemi sindacali e corporativi che un tempo rappresentavano i singoli settori. La crisi produttiva dell'agricoltura italiana è particolarmente preoccupante perché il potere contrattuale delle imprese agricole si sta riducendo a favore di altri settori, in primis l'industria e la grande distribuzione. Anche gli 'accordi di filiera' stipulati a marzo 2021 tra le grandi confederazioni agricole hanno gettato le basi affinché la Direttiva UE 2019/633 (Pratiche commerciali scorrette, Direttiva UTP) venga applicata in Italia con modalità che non ne garantiscono ancora l’efficace attuazione a più di due anni dalla sua entrata in vigore. In tutto questo ciò che stupisce è che il comitato organizzatore e promotore delle proteste di queste settimane è il Comitato Riunioni Agricole e il CPOI (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani) e non la potente Coldiretti, il cui raggio di azione passa dai produttori con le bandiere gialle, la vanga e le tre spighe, ai fondi di investimento; dal quartier generale sul Quirinale, Palazzo Rospigliosi, agli sportelli in quasi 6 mila Comuni; dal controllo dei consorzi agrari, punto di riferimento dei piccoli coltivatori, all’alleanza con Bonifiche Ferraresi, primo proprietario terriero del Paese; dall’italianità a oltranza alla partnership con McDonald’s; dalla Campagna Amica e la difesa dei fitofarmaci; dalle risorse del Pnrr e le battaglie contro multinazionali, accordi di libero scambio e carne coltivata; dal monopolio nella gestione delle pratiche per l'accesso ai contributi europei in agricoltura e sviluppo rurale, alle assicurazioni agevolate in agricoltura e vari altri servizi.

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